martedì 11 settembre 2012

Partenza alla grande per lo Spoleto Festival Art 2012

Kostabi, Menozzi, Greco, Trotti, Ottaviani, Bronchi, Gentile, Montesi, questi sono solo alcuni dei grandi Maestri in esposizione alla terza edizione dello Spoleto Festivalart, che si terrà nella cittadina umbra dal 28 settembre al 1° ottobre. Anche quest’anno la prestigiosa location del Chiostro di San Nicolò si vestirà di nuovi colori, oltre trenta le nazioni presenti, 100 espositori ed oltre 2000 opere in vetrina, questi sono solo alcuni dei dati che contraddistingueranno la terza edizione della manifestazione. “Sono felice – afferma Luca Filipponi, presidente dello Spoleto Festival art – del successo che la manifestazione ha riscosso nei suoi primi tre anni di vita. L’edizione 2012 si contraddistingue per il gran numero di Maestri ed espositori che sono presenti. All’apertura dell’Expo prenderanno parte gli Ambasciatori degli Stati Uniti, della Cina e dell’Iraq preso la Santa Sede Sua Eccellenza Habeeb Mohammed Hadi Ali al Sadr, oltre ad importanti rappresentanti del mondo della cultura, dell’arte e delle Istituzioni. La manifestazione nasce con lo scopo preciso di mettere in contatto operatori del settore, collezionisti, amanti dell’arte ed artisti. Intanto già sto pensando all’edizione 2013 che voglio rendere ancora più prestigiosa ed importante”. Tuttavia già quest’anno Filipponi ha fatto le cose in grande, uscita di due pagine sulla prestigiosa rivista Arte Mondadori, immensa visibilità sia alle gallerie presenti che ai Maestri e lo stesso catalogo dell’expo sarà edito da Cairo Mondadori e venduto nelle edicole e librerie. Inoltre una grande mostra di bassorilievi inediti dei maestri del 900 è stata organizzata dal Centro d’arte Pan di Terni e si potrà visitare per tutto il mese di settembre. “Tanti gli eventi collaterali – afferma ancora Filipponi – che contraddistingueranno la terza edizione dell’Expo, tra i più importanti una bella mostra, in uno degli spazi più prestigiosi del Chiostro di San Nicolò, del Maestro Sergio Bizzarri dedicata ai grandi Festival dei Due Mondi del passato, un excursus attraverso una delle pagine più interessanti ed intense dell’arte, della musica, della cultura di tutti i tempi, ed in particolare un ricordo del grande Giancarlo Menotti che ha fatto conoscere Spoleto nel mondo. E poi la personale del Maestro Giulio Greco, che ha realizzato il manifesto dell’edizione 2012 del Festival, oltre al premio letterario dello Spoletoletteralart, inoltre sfilate di moda, intrattenimenti musicali, momenti di confronto tra artisti ed operatori del settore”. Tante le anime che in questi quattro giorni si incontrano a Spoleto, ed ognuna porta il proprio valore aggiunto, accademici, critici d’arte, collezionisti, ma anche semplici amanti dell’arte hanno la possibilità di stare insieme e confrontarsi. “E’ il secondo anno che prendo parte all’Expo – afferma la gallerista e critica d’arte Sonia Terzino - sono sempre entusiasta di incontrare sia amici e conoscenti di vecchia data che artisti emergenti. E’ uno dei pochi momenti che abbiamo per stare insieme e confrontarci anche tra noi addetti ai lavori. Quest’anno sarò presente con oltre quaranta creativi tra cui i grandi Maestri della storia dell’arte per la pittura Bronchi, Montesi, Caponi, Banfi Rossi, Fiume, Treccani, Montuschi, per quanto riguarda la scultura Massei, Gentile, Burattini, Leyland ed il giovane e valente Moriconi. Una sezione sarà dedicata agli artisti rivelazione del 2012, tra tutti una menzione merita Francesco Cinelli che sarà presentato dal critico d’arte Giorgio Di Genova”. Per rendere ancora più internazionale la manifestazione quest’anno verranno stretti i gemellaggi con la città di Cannes e di Salvador de Baja dove, nel mese di ottobre, si terrà uno dei più importanti Expo nel campo dell’arte contemporanea presieduto dal Maestro Ottaviani. Un ruolo importante in questa manifestazione avranno le mostre antologiche esterne che si terranno al Museo Civico ed al Teatrino dei Sei con gli scultori Mario Toscani Picchi, Andrea Roggi, ed il Maestro Giuseppe Menozzi che ha scelto proprio Spoleto per festeggiare i suoi successi internazionali. Sonia Terzino Ufficio Stampa

martedì 5 giugno 2012

Il Maestro Ennio Calabria ospite d’onore del Festival Internazionale dell’Arte per il Dialogo e la Pace tra i Popoli e le Religioni La manifestazione sarà ufficialmente inaugurata mercoledì 13 giugno all’Ambasciata dell’Iraq presso la Santa Sede di Roma E’ il Maestro Ennio Calabria, nome di fama mondiale nel panorama dell’arte contemporanea, l’ospite d’onore della seconda edizione del Festival Internazionale dell’Arte per il dialogo tra i popoli e le religioni. La kermesse, fortemente voluta da Sua Eccellenza l’Ambasciatore dell’Iraq presso la Santa Sede di Roma Habeeb Mohamed Hadi Ali Al Sadr, sarà ufficialmente inaugurata mercoledì 13 giugno alle ore 18,00 su invito e cena di gala. Su segnalazione della giornalista critica d’arte e gallerista Sonia Terzino, al Maestro Calabria sarà dato un riconoscimento ufficiale per l’impegno profuso nel corso dei suoi lunghi anni di carriera nel campo artistico. “Davanti ad Ennio Calabria – scrive Sonia Terzino – ci troviamo un creativo a tutto tondo che ha dato un nuovo corso al figurativo della pittura italiana. Il Maestro discostandosi dalla moda del suo tempo che aveva un forte richiamo sopratutto verso la trans avanguardia ha portato avanti un personale linguaggio pittorico. In Calabria l’impegno sociale, filosofico e culturale è sempre andato di pari passo con la ricerca nel campo artistico. La fama di Ennio ha ormai da tempo valicato i confini nazionali, facendo dell’Italia ancora una volta una terra che può dare vita ad uomini importanti e di grande spessore sia intellettuale che artistico. Nato e cresciuto prima nella fucina del PCI e poi in quello della CGIL ha sempre portato avanti un linguaggio di forte lotta di classe. Una lunga e gloriosa carriera quella del Maestro che ha partecipato più volte alla Quadriennale di Roma e alla Biennale di Venezia”.Quest’anno sono 109 i creativi, tra pittori e scultori, provenienti da ogni parte del globo che hanno aderito alla manifestazione. Per espresso volere di Sua Eccellenza l’evento è completamente gratuito per tutti gli artisti che partecipano inoltre è stato realizzato un catalogo curato dai critici d’arte Mara Ferloni e Sonia Terzino. Quest’ultima, titolare delle gallerie l’Arte Reale con sede a Bettona Perugia e Cassano Magnago Varese, ha selezionato molti dei creativi che prendono parte al Festival. Della scuderia della Terzino fanno parte i pittori italiani Massimo Ilot, Esa, Roberto Banfi Rossi, Stefania Gubbiotti, Lorenzo Donati, Alvaro Caponi, Giovanni Papi, Tiziana Morganti, Rita Mazza, Patrizia Ciuffo, Veneziano Grisci, Manuela Cimmini, Marco Giacchetti, Silvana Iafollla, Daniela Dragoni, Fausto Ciotti, Simona Costa, Alberto Vespaziani, Giancarlo Montuschi, Anna Rita Rossetti, Nadia Zangarelli, Ugolina Nicastro, Antonella Sisinni, Donatella Serafini, Gabriella Maino, Michele Martinelli, gli scultori Armando Moriconi, Mauro Cipriani, Marco Mariucci, Feliciano Benci, Germano Cilento, Mauro Rampiconi, Sestilio Burattini, Paolo Massei, Stefano Bovi, tra gli artisti stranieri l’iraniana Isabelle Salari, dall’Uzbekistan Francesca Gaisina, la rumena Ana Panaete, gli americani Mic Carsol, Luke Andrews, Danielle Villicana D’Annibale, l’argentino Norberto Iera, Alexander Jakhnagiev dalla Bulgaria, la serba Vera D. Greiner, Arshak Nersisian dall’Armenia, l’ucraina Galyna Chukhal, Giovanna Stys dalla Polonia, Joy Stafford Boncompagni dall’Inghilterra e l’albanese Lucjan Marku. Per il secondo anno consecutivo sono presenti i Maestri Nestore Bernardi, Enrico Di Sisto e Gianni Turina. Su segnalazione della giornalista, critica d’arte e gallerista Sonia Terzino è stato invitato come ospite d’onore della manifestazione il Maestro Ennio Calabria, per l’impegno da molti anni profuso nel campo dell’arte contemporanea. La mostra giovedì 14 giugno sarà aperta al pubblico con ingresso gratuito ed orario 10,00 – 19,00. Sonia Terzino Ufficio Stampa

lunedì 4 giugno 2012

Si alzano le luci sul Festival Internazionale dell’Arte per il Dialogo e la Pace tra i Popoli e le Religioni La mostra sarà ufficialmente inaugurata mercoledì 13 giugno alle ore 18,00 all’Ambasciata dell’Iraq presso la Santa Sede di Roma Si alzano finalmente le luci su una delle manifestazioni più attese nel panorama dell’arte contemporanea: è la seconda edizione del Festival Internazionale dell’Arte per il Dialogo e la Pace tra i Popoli e le Religioni. La kermesse sarà ufficialmente inaugurata mercoledì 13 giugno alle ore 18,00, su invito e cena di gala, all’Ambasciata dell’Iraq presso la Santa sede in Via della Camilluccia 355 a Roma. Durante la serata si terrà un intrattenimento musicale patrocinato dal Comune di Greccio mentre le riprese televisive ed il servizio fotografico è stato offerto dall'Amministrazione Comunale di Leonessa. L’evento è nato grazie alla lungimiranza di Sua Eccellenza Habeeb Mohammed Hadi Ali Al Sadr, Ambasciatore della Repubblica dell’Iraq, che si è insediato in Italia nel 2010 e da subito ha voluto portare avanti, proprio attraverso l’arte, un forte dialogo culturale e religioso tra tutti i popoli del mondo. Quest’anno sono 109 i creativi, tra pittori e scultori, provenienti da ogni parte del globo che hanno aderito alla manifestazione. Per espresso volere di Sua Eccellenza l’evento è completamente gratuito per tutti gli artisti che partecipano inoltre è stato realizzato un catalogo curato dai critici d’arte Mara Ferloni e Sonia Terzino. Quest’ultima, titolare delle gallerie l’Arte Reale con sede a Bettona Perugia e Cassano Magnago Varese, ha selezionato molti dei creativi che prendono parte al Festival. Della scuderia della Terzino fanno parte i pittori italiani Massimo Ilot, Esa, Roberto Banfi Rossi, Stefania Gubbiotti, Lorenzo Donati, Alvaro Caponi, Giovanni Papi, Tiziana Morganti, Rita Mazza, Patrizia Ciuffo, Veneziano Grisci, Manuela Cimmini, Marco Giacchetti, Silvana Iafollla, Daniela Dragoni, Fausto Ciotti, Simona Costa, Alberto Vespaziani, Giancarlo Montuschi, Anna Rita Rossetti, Nadia Zangarelli, Ugolina Nicastro, Antonella Sisinni, Donatella Serafini, Gabriella Maino, Michele Martinelli, gli scultori Armando Moriconi, Mauro Cipriani, Marco Mariucci, Feliciano Benci, Germano Cilento, Mauro Rampiconi, Sestilio Burattini, Paolo Massei, Stefano Bovi, tra gli artisti stranieri l’iraniana Isabelle Salari, dall’Uzbekistan Francesca Gaisina, la rumena Ana Panaete, gli americani Mic Carsol, Luke Andrews, Danielle Villicana D’Annibale, l’argentino Norberto Iera, Alexander Jakhnagiev dalla Bulgaria, la serba Vera D. Greiner, Arshak Nersisian dall’Armenia, l’ucraina Galyna Chukhal, Giovanna Stys dalla Polonia, Joy Stafford Boncompagni dall’Inghilterra e l’albanese Lucjan Marku. Per il secondo anno consecutivo sono presenti i Maestri Nestore Bernardi, Enrico Di Sisto e Gianni Turina. Su segnalazione della giornalista, critica d’arte e gallerista Sonia Terzino è stato invitato come ospite d’onore della manifestazione il Maestro Ennio Calabria, per l’impegno da molti anni profuso nel campo dell’arte contemporanea. La mostra giovedì 14 giugno sarà aperta al pubblico con ingresso gratuito ed orario 10,00 – 19,00. Sonia Terzino Ufficio Stampa

martedì 27 marzo 2012

Le laudi pittoriche di San Francesco. La terra ed il volto del Sacro di Massimo Bigioni


“ Le Laudi pittoriche di San Francesco. La terra ed il volto del Sacro” questo il titolo della mostra evento di Massimo Bigioni in onore del Patrono d’Italia che sarà ufficialmente inaugurata sabato 31 marzo alle ore 18,00 presso Palazzo Bernabei in via San Francesco 21 ad Assisi.
L’evento, è stato ideato ed organizzato dalla giornalista e critica d’arte Sonia Terzino in collaborazione con Jacopo Cairoli, e si avvale dei patrocini della Regione dell’Umbria, della Provincia di Perugia, dei Comuni di Assisi, Perugia, Greccio, Leonessa, Bastia Umbra, della Fondazione Assisi – Perugia 2019, del Centro Studi sul Turismo di Assisi, il Sentiero Francescano ed Assisi For Peace TV.
E’ la prima volta che la città natale di San Francesco si unisce in un progetto di valenza internazionale al comune di Greccio, dove il poverello di Assisi ha realizzato il primo presepe vivente. Questo grazie all’arte di Massimo Bigioni, infatti il creativo nativo di Leonessa in provincia di Rieti è uno dei venti pittori di fama internazionale che ha preso parte al progetto finanziato dalla Regione Lazio “Il Sentiero degli artisti”, che ha dato vita ad una serie di affreschi dedicati al Santo di Assisi.
La mostra sarà presentata con una conferenza stampa sabato 31 marzo alle ore 11,00 presso le prestigiose sale di palazzo Bernabei.All’incontro prenderanno parte tra gli altri l’Ambasciatore dell’Iraq presso la Santa Sede di Roma Sua Eccellenza Habeeb Mohammed Hadi Ali Al Sadr, il vice presidente del Consiglio Comunale di Assisi Daniele Martellini, Il Sindaco di Greccio Albertina Miccadei e quello di Leonessa Paolo Trancassini, il Presidente del Consiglio Comunale di Bastia Umbra Armando Lillocci, il Direttore del centro Studi sul Turismo di Assisi, Luigi Tardioli, Il Presidente del consiglio comunale di Rieti Gianni Turina, e Giammario Gubbiotti presidente onorario di Assisi for Peace Tv, saranno presenti i critici d’arte Sonia Terzino, Mara Ferloni, Claudia Bottini ed Emidio Di Carlo.
L’allestimento dell’esposizione è curato dall’ interior designer Isabella Sensini che si avvale della collaborazione del negozio di complementi di arredo per la casa di Roberta Stigliano “Tutto per sognare” che si trova in via Gerardo Dottori 638 Perugia. Inoltre sarà presentata l’opera inedita il trittico polimaterico realizzato in ceramica raku di Marco Mariucci.
“Un progetto ambizioso – spiega Sonia Terzino – che vuole far conoscere il vero volto di San Francesco. Questo può avvenire in molti modi ed io ho scelto l’arte, l’espressione più alta e nobile dell’animo umano, che parla un linguaggio universale. Da Assisi un posto unico al mondo si alza ancora una volta un grande ed immenso messaggio di pace, di amore e di fraternità tra tutti i popoli della terra. Non a caso è stato scelto Massimo Bigioni, un pittore animato da una grande e profonda religiosità, che realizza i suoi quadri con il cuore prima che con la mente e sente vivo dentro di se il messaggio francescano. Scopo del progetto è quello di toccare tutti i posti principali del Sentiero Francescano, quei luoghi cari al poverello di Assisi, dove lui ha vissuto, soggiornato e pregato l’Altissimo. Inoltre Bigioni è il direttore artistico del secondo festival internazionale della pace e del dialogo tra i popoli che si terrà, alla fine di maggio, all’ambasciata dell’Iraq presso la Santa Sede di Roma in via della Camilluccia 535”. Massimo Bigioni, è un artista che da pochi anni si è affacciato sul panorama dell’arte contemporanea, eppure, per le sue innate doti pittoriche e per una creatività sincera, fresca, pulita, si è accattivato immediatamente i consensi del pubblico e della critica, molti i premi ed i riconoscimenti conseguiti nel tempo dall’artista, sue opere fanno parte sia di collezioni private che pubbliche. Per l’occasione l’hotel Tevere di Ponte San Giovanni Perugia realizzerà il “menù del poverello” in onore del Santo di Assisi.
La mostra si potrà visitare tutti i giorni fino al 20 aprile con ingresso gratuito ed orario 11,00 – 18,00 per informazioni 0758044085.

Sonia Terzino
Ufficio Stampa
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mercoledì 8 febbraio 2012

Le Cromie Danzanti di Monia Romanelli al teatro Morlacchi di Perugia


Sarà ufficialmente inaugurata sabato 11 febbraio alle ore 17,00, presso il teatro Morlacchi di Perugia, l’esposizione di arte contemporanea di Monia Romanelli.
“Cromie Danzanti”, questo il titolo della mostra che si avvale del patrocinio del Comune di Perugia, della Fondazione Perugia Assisi 2019 e presentata dalla giornalista e critica d’arte Sonia Terzino.
All’evento prenderanno parte, tra gli altri, l’Assessore alla cultura del Comune di Perugia Andrea Cernicchi ed il flautista Andrea Ceccomori.
Monia Romanelli, dopo essersi laureata con ottimi voti in lingue e letteratura straniera presso l’Università degli Studi del capoluogo umbro, fin dal 1998 opera nel panorama dell’arte contemporanea. Varie le tecniche ed i supporti sperimentati dalla creativa nel corso degli anni, come l’olio, l’acrilico, fino ad arrivare agli ultimi lavori realizzati con un mix di acrilico, olio e gesso su tela e legno.
Oltre venti le tele che presenta in questa sua personale che raccontano il cammino da lei svolto in questi anni.
Monia torna nel fantastico mondo dell’arte con lavori inediti, mai presentati prima al grande pubblico.
La sua è una pittura che trova il punto di forza nel colore, che nel corso del tempo è divenuto sempre più predominante ed intenso.
E’ dalle cromie che prendono vita le sue creazioni.
In queste ultimi lavori il colore diviene l’elemento basico del quadro, dai rossi intensi, dall’oro, dai gialli, dai blu, che sono poi le tonalità preferite fuoriescono papaveri, margherite, ma anche una flora marina, onirica, che porta l’osservatore nel mondo infinito del sogno e dell’immaginazione.
Sono mondi fantastici e surreali quelli cui Monia ogni volta attraverso mille pennellate di colore riesce a dare vita.
La mostra si potrà visitare fino al 31 marzo con ingresso gratuito

Sonia Terzino

Ufficio Stampa

venerdì 3 febbraio 2012

Il San Giuseppe da Leonessa di Massimo Bigioni


Sarà donata dall’artista Massimo Bigioni alla Confraternita dei frati cappuccini di Leonessa un imponente opera d’arte che il pittore ha realizzato in onore del Santo Patrono della città. La cerimonia si terrà presso il Santuario di San
Giuseppe nella notte di venerdì 3 febbraio. Così nella grande chiesa che racchiude le spoglie del Santo, accanto agli affreschi di Giacinto Boccanera e dell’architetto Virginio Monti, ci sarà anche la tela del pittore leonessano. Un grande ed indissolubile amore lega la popolazione locale alla figura di San Giuseppe, e Bigioni figlio della sua terra ha voluto con questo lavoro rendere omaggio al Santo Patrono. Una pittura di altri tempi quella di Massimo che trova il suo punto di forza proprio nella rappresentazione dell’arte sacra. Il creativo, come gli artisti di epoche remote, trae ispirazione per le proprie creazioni dalle pagine più belle della bibbia e delle vite dei Santi. Sono tempi lontani che grazie a Bigioni tornano a risplendere su opere imponenti di grande valore sia stilistico che morale. Massimo, da sempre è animato da una profonda fede, da valori genuini che lo portano con magistrale capacità ad interpretare temi di grande valenza spirituale. Davanti a lui al suo modo di lavorare, di interpretare la pittura il pensiero corre alle botteghe d’arte del cinquecento e del seicento italiano, tornano alla mente le creazioni del Perugino, di Raffaello, di Michelangelo. Era l’epoca in cui l’arte aveva un valore spirituale assoluto e così gli artisti cantavano il loro amore per il Signore. Bigioni, sembra uscito da una di quelle botteghe, compagno di avventura di quei maestri animato dal desiderio di poter realizzare lavori che si accordano alle note dell’immortalità. Anche se la sua arte trova ispirazione nelle opere di Caravaggio, e del Murillo, dai quali riprende la forza, l’espressività della figura che tuttavia da lui viene ingentilita . Il suo sguardo diventa lucente ogni volta che varca la soglia di un santuario, di una chiesa, sia che sia una pieve di campagna o una grande cattedrale, la sua mente si perde tra quei dipinti, in quelle creazioni come a voler apprendere qualcosa da ognuno di loro.
Artista dall’animo puro, di una impalpabile sensibilità, un uomo che ha conosciuto sofferenze e sconfitte ma alle quali la vita gli ha regalato la capacità di riscattarsi proprio attraverso l’ arte.
Nasce così l’ultima fatica di Massimo, figlia in primis del suo amore per San Giuseppe da Leonessa, quel Santo che già in vita ha fatto tanti miracoli e conosciuto anche per le sue doti taumaturgiche. Fin dagli esordi nel campo dell’arte, Bigioni ha sempre desiderato realizzare un’ opera che rappresentasse il patrono della sua città. Non era importante per lui il posto dove fosse collocata, ma l’essenziale era che per i devoti fosse un’immagine davanti cui pregare. Osservando questo lavoro ci torna alla mente la Madonna del Parto di Piero della Francesca, e come il pittore toscano anche Bigioni ha visto prima l’uomo e poi il Santo in Giuseppe. Massimo ha voluto rappresentare una figura rassicurante, in cui ogni pellegrino, ogni credente può trovare conforto. Tra le calde cromie degli ocra, dei colori della terra, si erge la figura del Santo immortalato nel momento della sua liberazione in terra di Costantinopoli. San Giuseppe era un temerario, dopo aver preso i voti nella confraternita dei frati cappuccini, partì per le missioni arrivando fino a bussare al palazzo del re dei turchi, qui venne fatto prigioniero e per tre giorni tenuto appeso con una corda per un braccio ed una gamba fino a quando non fu liberato. Massimo con i suoi pennelli ha voluto raccontarci proprio questo momento, dove il Sacro arriva in aiuto dell’umano. Nel volto di San Giuseppe si vedono sia la paura , l’orrore per il pericolo scampato ma anche la temerarietà di chi non si arrende. E’ in questa capacità profonda, introspettiva, psicanalitica che si contraddistingue la pittura del creativo di leonessa. Negli occhi del Santo leggiamo come tra le pagine di un libro passato, presente e futuro, in quello sguardo fiero è racchiuso tutta la forza di una fede indissolubile che può sconfiggere re ed imperatori e spostare le montagne. Massimo non disdegna di dare ai suoi santi alle sue madonne i volti della sua gente è tra di loro, tra gli anziani che siedono sulle panchine, nei bar, tra la gente che vive in quei paesi di montagna che trova ispirazioni per le sue figure. Non vi è confine nei lavori di Massimo tra terra e cielo, dona ai suoi santi le sembianze umane e negli uomini scopre tutto il mistero del divino. Forse questa è una delle tele più intense che Bigioni ha realizzato, non solo ha intinto i pennelli nel cuore, ma ha voluto che il suo stesso sangue scorresse nell’opera. Di magistrale pathos la rappresentazione dell’angelo, un giovane ragazzo dal volto candido, dai tratti delicati che arriva in aiuto del fraticello a terra. Una grande preghiera che sgorga direttamente dal cuore e che Massimo dedica a San Giuseppe da Leonessa che sente così profondamente dentro se stesso.
Sonia Terzino

martedì 10 gennaio 2012

Massimo Bigioni insignito del premio culturale 2011 “Arte Seraphicum” pubblico riconoscimento al merito


E’ andata al pittore Massimo Bigioni, nativo di Leonessa in provincia di Rieti, il premio culturale 2011 “Arte Seraphicum” pubblico riconoscimento al merito.
La consegna della targa si è svolta all’interno della “Serata dell’Artista” ideata ed organizzata dall’editore della rivista Urbis et Artis Gastone Ranieri Indoni.
Una giuria di tecnici, presieduta da Anna Maria Salvati e composta dai critici d’arte
Emidio Di Carlo, Mara Ferloni, Sonia Terzino ha ritenuto Massimo Bigioni l’artista più idoneo ad essere insignito di questa prestigiosa onorificenza.
“Bigioni – spiega la giornalista, critica d’arte e gallerista Sonia Terzino che ha consegnato la targa – racchiude e porta in se tutti i tratti del vero artista. Vive e si nutre quotidianamente della sua arte nella quale profonde amore ed energie illimitate. Con Massimo la pittura torna agli antichi splendori, sulle sue tele tornano a vivere le emozioni dei grandi maestri del passato. Osservando i lavori di Bigioni la mente corre immediatamente alle opere d’arte di Caravaggio, del Murillo, di Tiziano, di Antonello da Messina, il tutto sapientemente interpretato da un artista del nostro tempo che, con un occhio, guarda ai grandi della storia dell’arte, ma che poi con le sue doti pittoriche riesce a proiettarsi nel futuro più lontano.
In Massimo la pittura è vita, è energia pura, che esce dal quadro e si espande nell’universo. I personaggi che popolano le sue tele sono figli della sua terra, è da quella realtà che quotidianamente Massimo prende spunto per i suoi lavori. Tuttavia grazie alle sue capacità valica i confini delle austere montagne e parla il linguaggio dell’arte universale.
Con lui nasce una nuova corrente pittorica che è quella del “puro realismo”. Bigioni attraverso i suoi personaggi carismatici, popolari, pieni di forza e di vigore, dotati della dignità di saper sopportare il dolore, getta le basi del nuovo manifesto dell’alienazione, dei turbamenti esistenziali dell’umanità del nostro tempo.
Queste donne e questi uomini, che nascono tra le montagne reatine, racchiudono e portano in se tutti i dolori dell’umanità contemporanea, passano nei loro occhi, tra le rughe delle mani e dei loro volti le sofferenze delle madri dell’Iraq, della Bosnia ed Erzegovina, della Palestina e Gerusalemme, delle donne che quotidianamente vengono stuprate, malmenate, dei padri che perdono i figli ed il lavoro, dei milioni di bambini che ogni giorno muoiono di fame. Massimo con la sua pennellata decisa riesce a raccontarci tutto questo. E’ raro trovare un artista dove convivono felicemente la forza dei personaggi e quella del colore. Non esiste un confine tra l’uno e l’altro, tutto è armonioso, non si sa se nasce prima il disegno o poi la cromia, quello che si evince è che forma e colore prendono vita sincronicamente e si danno reciprocamente luce.
Il risultato è che sono lavori che vivono sempre al di fuori del tempo e dello spazio, e se è la provincia che gli da’ i natali è poi l’universo mondiale il contesto che gli appartiene.
Anche nella pittura sacra Bigioni non punta ad un classicismo di maniera e non trova disdicevole far indossare i panni delle sue Madonne e dei suoi Santi a personaggi popolari, scarni. Tra la sua gente Massimo trova il volto della Madonna, di San Giuseppe da Leonessa, di Gesù e riesce a farlo con una religiosità profondamente pura, trovando in ogni essere umano il riflesso del Divino. Se in alcuni tratti è il cinquecento ed il seicento la fonte d’ispirazione per le sue creazioni, scopriamo un background ancora più antico che affonda le proprie radici nell’arte preraffaellita e peruginesca. Le Madonne di Bigioni hanno il capo coperto, il volto basso, pudico, prive di fronzoli come quelle di Cimabue e Giotto. Questa commistione di stili, di reminiscenze storiche, di vite vissute di un patrimonio genetico mondiale fanno di Bigioni un artista di vero talento che ha saputo dare un nuovo corso alla pittura contemporanea. Lontano dalle mode del momento, lontano dalla tecnologia moderna, Massimo ha saputo fare del suo sapere, della sua genuinità, la fonte primaria della sua arte. Osservandolo attentamente si torna indietro nel tempo, nel suo fisico michelangiolesco, in quello sguardo diretto, puro, troviamo tutta la forza del gladiatore, il diretto discendente della stirpe degli Equi, popolazione così chiamata per il loro amore per la giustizia e che si insediarono nei territori reatini tra l’era paleolitica e neolitica. L’ultimo custode di un sapere atavico, che solo le rocciose montagne hanno saputo preservare e tutelare. Massimo è tutto questo, l’uomo e l’artista vivono sulle sue tele che riflettono un animo bello, nobile, sublime di una persona che riesce quotidianamente ad elevarsi al di sopra delle miserie umane. Bigioni ha trovato nell’arte il veicolo per esorcizzare le sue e le nostre sofferenze, ma in modo particolare ha trovato la parte più bella di se stesso che ogni giorno con forza, saggezza e bellezza riesce a far vivere.


Ufficio Stampa
Sonia Terzino
giornalista, critica d’arte, gallerista